Cortisolo alle stelle. L’abitudine a restare disponibili per colleghi e clienti anche oltre l’orario di lavoro aumenta lo stress mentale e fisico. Lo dimostra sul “Journal of Occupational Health Psychology” Jan Dettmers, dell’università di Amburgo. Dettmers ha seguito 130 dipendenti di aziende in settori spazianti dai trasporti all’informatica, confrontando come stavano nei giorni di stacco totale dal lavoro e in quelli in cui invece restavano reperibili per urgenze dei clienti o per problemi tecnici. Al termine delle giornate di reperibilità i lavoratori, anche se non erano stati chiamati da nessuno, sono risultati in media più stanchi e tesi, con livelli più alti di un ormone dello stress, il cortisolo. “Sembra che la sola possibilità di essere disturbati e la sensazione di non poter controllare il proprio tempo libero bastino a minare i benefici del riposo”, conclude Dettmers.
Volgarizzando al massimo il discorso sull’ormone dello stress, ieri mi sono imbattuto nel post Facebook di un mio conoscente:
Capisci ora cosa vuol dire trovarsi costretti ad essere sempre reperibili? Fatti aiutare, fai rispondere al tuo assistente virtuale 🙂
Autore: Il team di Segretariaincloud offre servizi di assistenza per privati, imprenditori, liberi professionisti e startupper. Dalla segretaria telefonica virtuale (90% più conveniente di quella tradizionale perchè abbatti i costi fissi!) che risponde a distanza a tutte le tue chiamate dalle h. 9 alle 19 notificandoti via App sms o email, allo sviluppo del business online con tutte le tecniche del Web Marketing moderno (SEO, search marketing, campagne banner, pay per click, social media marketing, spider web e direct email marketing).
Sabato scorso (21 Nov 2015), sono stato al Traders’ Tour di Padova della rivista TRADERS.
Non so se mastichi analisi fondamentale e tecnica, comunque l’evento è solo un pretesto per parlare della tua visibilità web.
Molti ospiti:
Michael Zanon, del centro ricerche DiamanTech, ha parlato degli indici che guardi quando compri in Borsa, cioè performance volatilità sharp e markowitz, e di come è meglio se usi il loro software exAnte e le probabilità condizionate;
Gianluigi Cesanoha raccontato di come il suo Studio G2C (Torino) usa spunti di macroeconomia per consigliare ai clienti di entrare o uscire (a proposito, se lo vuoi come consulente, prende o una fee o lo 0.8% del patrimonio gestito, contro le commissioni 5 volte tanto dei normali fondi);
Paolo Dal Negro ha publicizzato i certificates a leva fissa (7) di casa Unicredit;
Andrea Veller, Federazione Veneta delle Banche di Credito cooperativo, ha preso le distanze dalle spinte speculative di Unicredit, per dire che la MiFID 2 obbliga le banche a non incoraggiare strumenti finanziari complessi ma, piuttosto, scelte tranquille come obbligazioni, fondi tradizionali con cedola, ecc.;
Ida Pagnottella mi ha regalato chicche sulle correlazioni inusuali fra strumenti di investimento (e.s. pensi che le obbligazioni facciano davvero curve diverse dalle azioni?), utili per una composizione intelligente del portfolio;
Emilio Tomasini, simpaticissimo, mi ha ricordato come l'analisi fondamentale seleziona solo una lista di azioni su cui, però, è poi l'analisi tecnica che deve dire se è opportuno entrare (ci sono purtroppo incredibili società a sconto ormai da 10 anni);
Prof ospitante;
Riccardo Guidi, trader Forex, ha delineato l'attività quotidiana del trader: entrare, uscire, entrare, guadagnare, alzare lo stop loss, uscire o guadagnare, alzare di nuovo lo stop loss... insomma, come ti guadagni lo stipendio perdendo il 60% o più delle operazioni;
Fabrizio Bocca gli ha fatto da contrappunto con il trading sistematico.
C'erano altri due ospiti, ma alle ore 18 ero fuso...
Ora, ti confesso che non ho scritto questo post per consigliarti un investimento. In velocità, hai a disposizione Conti deposito, Titoli di stato, Obbligazioni, Assicurazioni, Azioni, Opzioni, futures, CW e Certificate, ETF ed ETC, Fondi: metti i tuoi soldi dove vuoi ma stai sui mercati regolamentati 🙂
Quello che mi interessava dirti è, invece, questo:
Saper fare un’analisi SEO in 15 minuti (oggetto del prossimo post) è vitale per il tuo business.
Sì, è fondamentale che anche tu la sappia fare, per capire a che punto è la visibilità web del tuo sito ma, soprattutto, quella dei tuoi concorrenti, specie quelli bravi, che devi imitare, se vuoi scalare le classifiche su Google.
Per esempio, se sei un consulente finanziario indipendente e vuoi incrementare la clientela, vai agli eventi organizzati e cerca di capire qual è il profilo che più ti somiglia.
Se, per esempio, è proprio l’ospite di sabato, Gianluigi Cesano, fatti un’analisi SEO veloce del suo sito www.g2c.it
Quella che segue è solo una bozza di analisi SEO, giusto per ragionarci sù.
1. Sommario fattori on pageTitle non è in focus e Description è assente!La grammatica non in focus e la densità non è sufficiente!2. Sommario fattori off page.
I siti che ne parlano sono ancora pochi, anche se provengono dalla nicchia giusta.
Ma guarda quali sono le stime di traffico potenziale per la clientela cercata e dichiarata nel tag Title.
Ogni giorno, 131 cercano su Google “consulenza finanziaria indipendente“.
Meglio ancora, se tu puntassi a “consulenza finanziaria“.
Ma qual è il posizionamento attuale del sito di G. Cesano su Google?
g2c.it è in 3° pagina per “consulenza finanziaria indipendente“
La 3° pagina non è neanche male, ma con sole 131 ricerche, è troppo poco.
Direi che c’è parecchio potenziale inespresso a portata di mano…
Significa che forse G. Cesaro non ha bisogno di clienti o, se ce l’ha, se li procura offline con il passa parola, come – d’altra parte – ha fatto trapelare all’evento di sabato (ha iniziato con i suoi soldi e, solo a un certo punto, ha preso in carico altri patrimoni).
Ma significa anche che se anche tu sei un consulente finanziario, beh, di strada su Internet ne puoi fare parecchia 🙂
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.
Attento: l’incipit è rivolto ad un libero professionista iscritto a qualche Albo professionale.
In Italia, prima del 2012, non esisteva una vera e propria libertà di fare pubblicità ai tuoi servizi. Quasi tutti gli Albi professionali avevano clausole di tipo deontologico che impedivano e sconsigliavano caldamente agli iscritti azioni persuasive di tipo pubblicitario. In ambito forense si chiama “divieto di accapparramento della clientela”. Le azioni dirette di persuasione erano proibite. Si lasciava solo libertà di informare, ma non in maniera comparativa, persuasiva o sotto forma di spot.
Con la riforma delle professioni in vigore dal 15 Agosto 2012 (che ha recepito i più recenti orientamenti dell’Autorità per la Concorrenza e il Mercato in liberalizzazione dei tariffari e libertà di fare pubblicità), la pubblicità informativa relativa ad esercizio dell’attività, titoli, studio professionale e tariffe è ammessa «con ogni mezzo». Deve essere «veritiera e corretta», non deve violare il segreto professionale, non può essere «equivoca, ingannevole o denigratoria» (le violazioni rappresentano illecito disciplinare).
Quindi, anche per il tuo Ordine, si è aperta la concorrenza intesa in senso liberale. Essendo stato equiparato a chi opera al di fuori di un Albo nazionale, puoi fare adesso anche marketing diretto e diffondere annunci pubblicitari (la promozione individuale per mezzo di reti private, eventi, discussioni online e dibattiti oppure l’iscrizione a elenchi pubblici come Pagine Gialle, era già consentita).
Chi non vede sui bus, manifesti per ottenere rimborsi assicurativi da sinistri o cliniche private che propongono prestazioni sanitarie a prezzi stracciati?
Grazie al Web, oggi, a costi decisamente bassi, puoi fare quello che si definisce “marketing di se stessi”, ovvero autopromozione. Puoi far conoscere i campi di specializzazione in cui hai maturato la tua specifica conoscenza (legale, fiscale, scientifica), puoi fare divulgazione (attraverso libri, studi, riviste, e articoli di carattere tecnico, scientifico, artistico, profesisonale), diffondere inserzioni e presentazioni all’interno di guide o elenchi pubblici, diffondere opinioni, esercitare consulenza gratuita via Web, puntando sul contenuto, per fare “scuola” e procurarti clienti 🙂
1. PROMUOVI IL TUO SITO WEB (SEO + SEM)
Un sito è essenziale per promuovere la tua immagine. Anche di dimensioni modeste, dedicato all’attività svolta e ben identificabile con un dominio riconoscibile e unico.
Se vuoi “farti trovare” online da nuovi clienti, la presenza sui motori (soprattutto, Google) è un vero asso nella manica. Ma come fare?
La visibilità sui motori di ricerca
Esistono tecniche (più o meno corrette) per scalare le classifiche.
I siti di successo, che si trovano nelle prime posizioni, sono stati costruiti con particolari accorgimenti e scelte di programmazione molto oculate (metatag nascosti, pagine “ombra”, file di supporto ai motori, backlink, ecc).
La 1° pagina su Google significa molti clic
Gli specialisti di marketing online sono i più indicati per guidarti in queste operazioni, ma se vuoi provare da solo, ti posso elencare alcuni accorgimenti di base, alla portata di tutti.
A. Fattori on-page
Il titolo delle pagine. Il titolo delle pagine, quello che compare in alto, nella finestra del browser, è un elemento definito nel codice HTML delle pagine Web, è il tag TITLE. Per essere efficace, deve riassumere in modo chiaro e preciso i contenuti del sito, incuriosendo il navigatore che lo leggerà. Non deve superare i 100 caratteri ed è meglio se contiene almeno 3-4 parole chiave. Non sprecarlo con formule del tipo “Home Page” ecc., ma pensalo come uno slogan pubblicitario.
I meta-tag, chiave del successo. Sono righe di codice HTML da inserire nelle pagine Web e indicano al motore di ricerca alcune informazioni utili sui contenuti del sito e della singola pagina. Esistono numerose tipologie di meta-tag, i più importanti sono quelli relativi alla descrizione del sito (meta-tag Description) e alle parole chiave che vuoi associare alla singola pagina (meta-tag Keywords). Non tralasciarli mai! Il primo, infatti, fornisce una descrizione riassuntiva dei contenuti. Il secondo suggerisce al motore le parole chiave a cui associare una ricerca. Questa sequenza di termini deve catturare l’intero ambito semantico in cui si iscrive la tua attività. Ripetere le parole non serve, piuttosto conviene mettere plurali o le traduzioni in altre lingue. Infine, la quantità. Non eccedere mai oltre i 1000 caratteri, spazi inclusi.
I meta-tag inseriti nella home page di segretariaincloud.it
Dài spazio ai testi. Un altro fattore importante per il posizionamento sono le strutture delle pagine Web (non usare frame) e il testo in esso contenuto. I testi hanno un ruolo decisivo: i motori, infatti, leggono i contenuti pubblicati sulle pagine, valutando spesso la ricorrenza delle parole o identificando il contesto semantico generale. Le descrizioni estese, per esempio dei vostri servizi, le introduzioni o i menu testuali sono elementi preziosi, talvolta indispensabili, per arricchire le pagine. E ricordati: un uso eccessivo di parte grafiche (o dell’obsoleta tecnologia Flash) limita la capacità dei motori di agganciare i termini utili alle ricerche.
Parlerò di altre tecniche SEO nei prossimi post.
In ogni caso, per l’iscrizione diretta ai motori di ricerca, segnala il tuo sito a Google alla pagina “Aggiunta/Aggiornamento di un URL“. Per Yahoo! il sistema è analogo. Quasi tutti i motori di ricerca hanno un’area per segnalare siti nuovi. In alcuni casi occorre registrarsi ai servizi del portale, in altri è libero.
Costruisci siti tematici. Per rendere ancora più forte la tua presenza sul Web, crea iniziative online su prodotti o servizi sprecifici. Facendo leva su determinati avvenimenti, come la pubblicazione di un libro, il lancio di un nuovo servizio di consulenza, oppure la conclusione di un’importante opera architettonica, di uno studio ambientale o di una ricerca di mercato, puoi creare un minisite, cioè un sito tematico che dà visibilità a quanto realizzato. Quando l’argomento riguarda i tuoi clienti, siano essi editori, società private o Pubbliche Amministrazioni, puoi informarli se non addirittura coinvolgerli. I minisite sono certamente impegnativi, in termini di tempo e risorse, ma danno un buon ritorno.
B. Fattori off-page
Parlerò di questo punto nei prossimi post. Per ora, ti basti sapere che affinchè il ranking del tuo sito salga (insieme alla posizione su Google!), è necessaria una sana attività di link-building, cioè devi procurarti presso altri siti un buon numero di link al tuo sito.
Uno dei metodi per ottenere backlink è la pubblicazione su elenchi pubblici. Fra l’altro, alcuni (pochi!) sono utili anche in termini di traffico referral.
Le Pagine Gialle sono note al pubblico nella versione cartacea, ma hanno sul Web un marchio altrettanto forte. Registrarsi offre indubbi vantaggi anche perchè, con la sinergia stabilita da Seat-Pagine Gialle con numerosi sistemi di mappe digitali, è più facile per gli utenti effettuare ricerche di tipo geografico e non più soltanto per categorie produttive e professioni. A fianco di questo servizio, esistono anche altre directory molto funzionali come, per esempio, l’annuario europeo Europages (ahi, hanno inventato un artificio per non regalarti più il backlink…), Pagine Bianche e Kompass, della stessa famiglia di Pagine Gialle, oppure Elenchi Telefonici.
Mappa interattiva di Pagine Gialle
Come far aggiungere il proprio nominativo a questi elenchi? Spesso è gratis, a volte no. In questo caso, l’acquisto di uno spazio è diverso da servizio a servizio ed è difficile poter comparare i prezzi. I listini sono completamente diversi. Pagine Gialle, che sicuramente rappresenta la più grande società attiva in questo campo, chiede di inviare via Web un tuo recapito e poi ti ricontatta, offrendoti una serie di opportunità realmente interessanti. Il suo network è molto ampio e ben strutturato su canali complementari: Web, guide cartacee, servizi di informazione telefonica, ecc. Su Internet restituisce tutti i dati che desideri inserire, compreso il tuo sito web e la posta elettronica, oltre a un biglietto in formato vCard da salvare sul PC.
Lascio i cenni al link-building che riprenderò esaustivamente nei prossimi post (credimi, è un’arte complessa, ma è la sola via) e passo al punto 2., non prima di dirti che per quanto concerne il punto “1. Promuovi il tuo sito Web”, puoi scaricare – se vuoi – un mio PDF vecchio di due anni fa su slideshare. Sono le slide di un corso di Web Marketing che avevo tenuto agli Uffici Marketing provinciali della Confcommercio Veneto.
2. LINK SPONSORIZZATI (PPC)
Oltre all’ottimizzazione delle pagine Web, esistono anche formule a pagamento per fare in modo che il link al tuo sito compaia nelle prime posizioni durante le ricerche. Si parla quasi sempre di Google Adwords. Il meccanismo mantiene ben separati i risultati “organici” da quelli a pagamento (solitamente posti in alto, sulla destra e in basso alle pagine che presentano le classifiche) e associa la vostra pagina a determinati argomenti o singole parole chiave scelte da voi. I costi variano a seconda della concorrenza sulle parole chiave. Si va da formule che fanno pagare soltanto per i click effettivi registrati, a quelle a numero di visualizzazioni, a tempo o in base al posizionamento nella pagina.
3. USA I SOCIAL NETWORK (SMM)
Un metodo per crearti contatti sul Web è quello dei social network. Ti iscrivi gratis, pubblichi il tuo profilo e inviti altri a unirsi al network, oppure ricerchi contatti utili al suo interno. La finalità è quella di allargare i tuoi contatti, trovare stakeholder (soggetti che rappresentano determinati interessi), magari grazie alla presentazione di persone conosciute. Il concetto, un pò grossolanamente, è la teoria dei sei gradi di separazione tra qualsiasi persona, e mira a creare una community basata sulla condivisione di conoscenze, interessi e passioni.
LinkedIn è impareggiabile per individuare potenziali clienti di tipo business, soprattutto se ti avvali di Premium Search quando sottoscrivi LinkedIn Premium.
Facebook è impareggiabile per profilare gruppi di interessi e sondare il loro appetito consumatori con semplici post di condivisione o pubblicità Facebook Ads.
4. GROWTH HACKING
Parlerò delle techiche hacking per cresce più velocemente del normale nei prossimi post. Imparerai come scansionare banche dati per creare liste di e-mail profilate da contattare, cos’è un widget acchiappa backlink da regalare ai webmaster, ecc.
5. APRI UN BLOG
Un’altra via che produce notevoli risultati in termini di visibilità è la creazione di un Blog per la pubblicazione di contenuti di qualità scritti in prima persona. Non è indispensabile: ad esempio, lo studio associato Fezzi-Chiusolo-Borali, specializzato in diritto del lavoro, ha scelto la classica strada del sito, ma suddiviso per aree. In alcune di queste, per mostrare l’autorevolezza dello studio, ha pubblicato la sintesi di alcune cause vinte e 200 risposte alle domande più frequenti sul diritto dei lavoratori. In generale, però, un blog viene indicizzato molto velocemente da Google e rappresenta un buon biglietto da visita per il tuo sito tradizionale.
Ma che cos'è un blog? È un sito che ha la forma di un "giornale personale" in cui scrivi messaggi (post) aperti al pubblico. I testi possono essere articoli, recensioni, esperienze o considerazioni personali, commenti, approfondimenti tecnici, ma anche semplici segnalazioni di altri siti, di eventi, articoli e notizie pubblicate altrove. Un blog ti richiede capacità tecniche minime per pubblicare i contenuti, poichè tutto avviene quasi completamente in automatico: basta soltanto scrivere e la piattaforma di blog restituisce il contenuto già impaginato online e sistemato in ordine cronologico. Il contenuto può essere organizzato in categorie. In home page, il primo messaggio, quello più in alto nella pagina, è sempre l'ultimo immesso in ordine di tempo.
Oggi, purtroppo, i blog sono, spesso, siti amatoriali che creano un abbondante “rumore di fondo”. Per distinguerti, adotta regole precise e, una volta cominciato, dai continuità e serietà alla tua attività divulgativa:
applicati nell’aggiornamento in modo da trasmettere l’idea che sei padrone delle materia trattata, che ci metti passione nel tuo lavoro e vuoi divugare contenuti utili, anche ai tuoi clienti;
pubblica contenuti di qualità, contribuendo a diffondere cultura scientifica, puntando anche a intrattenimento e leggerezza;
spingi il pubblico a partecipare, accettando le crtitiche costruttive;
affronta con moderazione le polemiche e le materie che compromettono i vincoli di riservatezza, la deontologia professionale e la fiducia stessa dei tuoi lettori;
crea rapporti con altri blogger che trattano materie simili o complementari, sviluppando rapporti di collaborazione di rete;
segnala eventi, avvenimenti, notizie legate alla tua materia di specializzazione o riportate presso altri servzi online.
In ambito informatica, comunicazione, marketing e giornalismo, esistono già numerosi blog di buona qualità. Sono scarsi invece i blog che trattano di economia (eccezione, Lavoce.info), architettura, diritto, medicina, consulenza d’impresa, formazione, ecc. Talvolta, è difficile mantenere in vita blog di questo tipo, ma vale la pena che provi. Se diventi un punto di riferimento online per chi cerca letture piacevoli su questi argomenti, potrebbe fare la tua fortuna. Un solo consiglio: non intraprendere questa strada se non hai margini operativi o tempo per garantire una buona qualità e neppure se non hai passione per ciò che scrivi. I navigatori sono sempre molto attenti alla bontà dei servizi e i nodi tornano presto al pettine quando non offri spunti buoni, operi in malafede o cerchi di conquistare la loro fiducia con semplici espedienti.
In definitiva, quanto è utile un blog per un professionista?
Quando ti permette di mettere in mostra una competenza specifica e diventa uno strumento per comunicare il tuo sapere, consentendoti al tempo spesso di sfruttare efficacemente la comunicazione online per costruirti una solida identità digitale. È ovvio che, una volta iniziato, dovrai publicizzarlo. Puoi inserire un link sul tuo sito web e promuoverlo anche presso i clienti. I blog hanno una buona visibilità su Google e gli altri motori di ricerca. Esistono, comunque, numerosi servizi e directory ai quali ti puoi iscrivere. Prendendo atto che Technorati è morto a Giugno 2014 e Google Blog Search dismesso nel 2011 (ma questo ping?), punta a Blog Italia, Blogger, Blog Search Engine, blogitaliani.net, blogitaliani.com e altervista.
Per creare il tuo blog, puoi usare sistemi differenti, tutti utili ed efficaci. In base alle competenze tecniche e alla voglia di sperimentare, esistono soluzioni di ogni tipo. La più semplice è affidarsi alle piattaforme integrate nei portali e nei servizi specializzati ( ti registri, scegli il modello, magari personalizzi, infine cominci a scrivere). Per un professionista, tuttavia, vale lo stesso discorso fatto per i domini Internet: è opportuno creare blog ben distinti, che portano un nome slegato da altri servizi e richiamano unicamente un tuo marchio. I blog realizzati con piattaforme integrate in altri portali corrono il rischio di perdere unicità e appiattire i tuoi contributi. La soluzione ottimale è allora adottare software dedicati da installare in un dominio personale: è necessario uno spazio web, magari un database, e qualche competenza tecnica in più, ma vale la pena che tenti. Un mio consiglio per qualità-prezzo? SiteGround.
Nei prossimi post, illustrerò anche un metodo empirico per mappare la blogosfera italiana. Altrimenti, come farai ad individuare tutti i blogger affini alla tua attività con cui fare guest blogging e ottenere backlink per incrementare il ranking del tuo sito, giusto? 🙂
In ogni caso, con tutti i blog in circolazione, hai bisogno di qualche metrica per capire dove stai. E io te la darò. Per esempio, ti chiedi quali siano i 500 blog italiani più citati? Risposta: BlogBalel.
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.
Dalla prossima settimana, scriverò una serie di lezioni in pillole sulla SEO super-semplificata. 🙂
Lo farò perchè, spesso, i clienti di Segretariaincloud sono startupper o sviluppatori di business in senso lato, che hanno necessità di visibilità web, senza la quale non c’è business.
Si chiama SEO super-semplificata perchè riuscite a farla da soli (con pazienza e fatica, ma sì). Le lezioni si articoleranno così:
Come fare un’analisi del proprio sito (crawl, sniff, gwt, ga, ranking, backlink, penalità, velocità, ecc).
Come migliorare i fattori on-page.
Come migliorare i fattori off-page (link-building e SEM + SMM in generale).
Parleremo solo in seguito di come ottimizzare campagne tipo Google Adwords e Facebook Ads. D’altra parte, tu vuoi risultati di visibilità permanente, non è vero? Pagare in cambio di traffico è semplice, ma quando smetti di pagare, il traffico torna a ZERO.
Oggi, però, faccio una premessa.
Vorrei sottolineare qualcosa, su cui molti di voi non fanno abbastanza.
La visibilità web è importante. Ma, prima della visibilità web, assicurati di controllare come si vede effettivamente il tuo sito o la tua pagina di atterraggio da tutti i browser e tutti i dispositivi, mobili o meno, con tutte le risoluzioni possibili.
Voglio dire che se la tua pagina web si vede bene su uno schermo da 25”, ma si adatta male al tuo cellulare da tasca, hai perso il visitatore dopo tre secondi che è arrivato.
Assicurati, quindi, che le tue pagine siano responsive, come si dice in gergo tecnico, cioè che il tuo visitatore riesca a leggerle senza complicazioni o fastidio agli occhi (come quando deve fare continui zoom e rimpicciolimenti).
Come si fa?
es. strumento di Firefox per test risoluzione 317×470
Installati Firefox, premi Ctrl + Shift + M (responsive design view) e provati, al variare della risoluzione.
Se pensi che però hai apposta una versione mobile, installati l'estensione user agent overrider, ordina a Firefox di comportarsi come Android o iOS e provati.
Ti ho reso l’idea. Se, per esempio, il tuo sito non è ottimizzato per il mobile, ti stai già perdendo minimo il 30% di visitatori effettivi (il traffico da smartphone è in costante crescita!), oltre al fatto che Google ti indicizza un po’ peggio dei tuoi concorrenti (un sito mobile-friendly è un fattore positivo del suo algoritmo).
Non solo, ma dovresti anche controllare se la tua pagina web è visibile alla stessa maniera usando Chrome, Firefox, Opera, Microsoft Edge, Internet Explorer 11, IE 10, IE 9 e IE 8.
Ecco, solo quando sarai certo che non hai problemi di visualizzazione per nessun tipo di cliente, solo allora potrai occuparti della tua visibilità web.
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.
Sei un libero professionista o autonomo, appartieni al popolo delle partita Iva, sei artigiano o artista qualunque sia il tuo prodotto, sei un “capitalista individuale”.
Comunichi e scambi dati con i clienti al telefono, via e-email, Skype, sito web e Dropbox. Il libero professionista (digitale) non esisterebbe senza questi strumenti.
Cerca di trarre sempre il massimo dal Web e dalle tecnologie disponibili! Molto spesso, paradossalmente, un lavoratore autonomo che deve gestire tutto da solo, spende più tempo nel creare le condizioni per svolgere la propria attività di quanto ne impiega per esprimere concretamente la specializzazione per cui è richiesto. Sapere svolgere con rapidità le attività collaterali, ti fa stare dove hai a cuore. Il tuo core business!
INIZIO ATTIVITÀ
Non parlare tutto il tempo con il commercialista su come detrarre le spese, pensa da subito come usare il sito dell’ordine professionale o albo a cui appartieni, oppure i siti che orientano verso il lavoro autonomo (acta, infoimprese, ecc.), in maniera da avere subito backlink – meglio se follow – al tuo sito web.
Non solo. Segmenta da subito le attività che pensi di svolgere in rete:
visita di siti, ricerca di informazioni;
ricezione e invio di posta elettronica;
prenotazione viaggi;
e-learning, formazione a distanza;
acquisto di prodotti;
ricerca di servizi;
transazioni finanziarie / home banking;
uso di chat, forum e mailing list;
scambio di file dati o filmati;
scrittura e pubblicazione di pagine Web e informazioni online.
Per ogni voce userai più siti, a cui dovrai probabilmente registrarti. Non sai che sono una miniera d’ora per i backlink?
I backlink sono link di terzi al tuo sito web. Ti stai chiedendo perchè sono importanti?
Su Google, ogni minuto, le persone stanno cercando un’attività come la tua. Non sarebbe bello farsi trovare? Ecco, i backlink sono un fattore off-page cruciale per l’algoritmo di indicizzazione di Google (continua a leggere il nostro blog, scoprirai anche i fattori on-page). E l’attività di link-building ti è accessibile da subito! (anche se non sei uno specialista SEO)
PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
Dimentica agende cartacee, calendari e registri. Vai online con i fogli di calcolo di Google e crea più tabelle:
Scheda Clienti: foglio con campi generalità, contatti, date importanti, budget, tipologia di contributo, immagini, organizzazione, reddito negli anni, dimensione di spesa, affidabilità, altri elementi di valutazione, stato consulenza.
Gestione Entrate (o Scheda Fatture): foglio con campi nome lavoro, committente, date di fatturazione e accredito, importo accreditato, fattura con imponibile + contributi previdenziali a carico + IVA + ritenuta = totale , rimborsi spese, calcolo contributi committente e lavoratore, valore netto post tasse e contributi (irpef dal 23% al 39%).
Spese Generali: un Excel con le spese mensili non rimborsate direttamente dai clienti, è utile in vista dei documenti da portare al commercialista per i versamenti trimestrali dell’Iva e il pagamento delle tasse.
Scadenze Fiscali: fatti uno scadenziario Excel e inserisci in Google Calendar le date, con tanto di avvisi automatici.
Archivio: fatti regole per nominare i file sul lavoro svolto e inseriscili in cartelle strutturate per ricordartelo.
L’AGENDA DI LAVORO
Un libero professionista non ha come riferimento principale l’orario di un ufficio, la settimana o il mese. I paletti che deve rispettare sono le scadenze dei progetti. Il suo problema principale è di sfruttare al massimo ogni finestra temporale, cioè di autogestire la sua agenda. Abituati al calendario online di Google, finirà per essere l’agenda a informarti. È possibile fissare anche tempi di “pre-allerta”, o pianificare piccoli interventi intraday (una telefonata stabilita a un certa ora, todo, ecc) fissati in giornata. La sincronizzazione fra il tuo smartphone, il portatile e il fisso, è assicurata 🙂
SCRIVERE e ANNOTARE
Conservare i documenti elaborati in passato non è soltanto una prassi consolidata, ma è diventato uno dei punti di forza dei liberi professionisti che adottano tecnologie digitali. Appunti, bozze, testi brevi o documenti complessi, presentazioni e fogli di calcolo: maggiore è la base dati, e più rapida e flessibile sarà l’elaborazione di nuovo materiale informativo.
Modello di offerta commerciale (copertina, introduzione, servizi o prodotti, tempi di progetto, costi, responsabilità, aspetti economici, aspetti tecnici, validità dell’offerta, firma, profilo e contatti).
Post-it elettronici, per appuntarsi note sul desktop (per il mio Ubuntu, amo xpad)
Registrazione audio clienti, con smartphone o software VoIP.
Alla pari di link salvati tra i Preferiti, pagine Web scaricate in locale e documenti trovati su reti peer to peer, anche le immagini costituiscono un vero asset, un punto di forza per accrescere il valore della tua posizione e professionalità. Quindi, crea una knowledge base grafica fatta di immagini catturate con fotocamere, risultati di scansioni di documenti cartacei o fotografie, immagini salvate da Internet (create in proprio o ricevute da clienti o fornitori), fotografie acquistate via Web (Fotolia, ecc.)
L’IDENTITÀ DIGITALE
Senza visibilità web, non esisti. Di sicuro non per i potenziali clienti (ma anche fornitori o partner, ogni tanto, stenteranno).
Prima di comprare un dominio Internet, creati un’identità digitale a partire da come pensi che uno sconosciuto vorrebbe trovarti: il nome (non il tuo nome!), il logo, le descrizioni, il sommario. Se fai l’avvocato, nessuno ti cercherà per nome e cognome, ma ad esempio con “avvocato Novara” e magari il tipo di mansione da farti svolgere (es.”preliminare vendita immobile”). Questo può non esserti ancora chiaro adesso, ma lo sarà quando ti rivolgerai ad un’esperto SEO perchè nessuno visita il tuo sito web. Pensaci subito e chiedici aiuto. Lascia che siamo noi ad occuparcene, anche dei dettagli (emblemi, simboli, colori preferenziali, ricorrenza di decorazioni fisse, uguaglianza di font grafici e stili di scrittura, fotografie personali ricorrenti, sintesi esplicative identiche per i medesimi temi). Anche un biglietto da visita elettronico (coerente) pubblicato qua e là, è fondamentale, ti ricordi cosa sono i backlink?
Creare un sito web è facile: vai su GoDaddy o Aruba, compri un dominio per 15€ l’anno e ti fai scrivere un po’ di codice da tuo cugino che fa l’ITIS informatica. Oppure apri un blog barra sito su Blogger o WordPress, non ti serve nemmeno sapere di informatica. Poi, stampi un biglietto da visita con Vistaprint e lo distribuisci in paese. Magari i contatti non sono molti, e pensi che iscriversi a Pagine Gialle non faccia male. Ma i contatti restano pochi, e allora ti lamenti che il tuo negozio è proprio fuori mano. Allora tendi le orecchie e, questa volta, le sirene cantano di campagne online e social… Pensi che sia la volta buona? NO.
Fare promozione online e dare visibilità (permanente) ad un sito web è difficile… Affidati ad uno specialista!
Assumi altri freelance per alleggerirti il carico: Upwork, Freelancer, ecc.
SEGRETARIA: per poche decine di euro al mese, puoi attivare un servizio di “segretaria a distanza“. Con www.segretariaincloud.it le chiamate vengono deviate ad un’operatrice che risponde, prende nota e trasmette il messaggio via App, e-mail o sms. Se vuoi, può anche prendere appuntamenti, condividendo con te calendario e contatti del tuo telefono o PC. Anche attivare un Numero Verde contribuisce alla tua immagine professionale e, grazie alla deviazione delle chiamate, sei sempre reperibile dai clienti. Per averlo, vai su www.numeroverde.com o www.numeroverde800.com.
FINANZA PERSONALE
Abbraccia l’home banking e apri un conto online (iwbank, fineco, ecc.), richiedi una carta di credito CartaSì, collegala a PayPal e tieniti di riserva una prepagata PostePay in caso di bisogno.
GESTIRE LE UTENZE VIA WEB
Paga luce (registrati allo sportello Web di Enel), gas ed acqua.
Paga il telefono (registrati allo sportello Web del tuo fornitore).
Evita di perdere tempo in coda, usa l’ufficio postale online: posta ibrida, telegrammi, raccomandate, pacchi, bollettini (generici, bollo auto anche su sito dell’Aci, ICI, canone RAI, multe dela Polizia Stradale, RAV, modelli F23 e F24). Se vuoi inviare un pacco senza andare alle Poste, usa un broker (es. spedire.com), avrai il ritiro a domicilio ad un prezzo addirittura più basso.
Ricordati dell’anticipo Novembre e della scadenza a Giugno per Irpef e Irap, più i periodici versamenti IVA trimestrali, con i siti dell’Agenzia delle Entrate Fiscononline ed Entratel. Le dichiarazioni che si possono inviare sono numerose: Modello Unico, Modello IRAP, IVA annuale, 730, 770. Al registro si possono trasmettere anche contratti di affitto, atti notarili o pagare i modelli F24.
VIAGGIARE PER LAVORO
Il lavoratore autonomo non può eccedere in viaggi o spostamenti, perchè la quota che a fine anno può scalare dal reddito come spesa di rappresentanza è irragionevolmente ferma al 2%.
Risparmia sui voli aerei con Skyscanner e viaggia low-cost.
Prenota su Trenitalia per lavorare durante un viaggio.
Abbonati al Cerved: si va da info finanziarie, strutturali e patrimoniali (bilanci, composizione societaria, visure ipocatastali, ecc.) a classiche info camerali (visure camerali, atti ufficiali, schede persona, ecc.). Oppure paga a consumo con Infocomas. Altri siti: pratiche.it (€ 20 di credito omaggio con codice 5947FBF), Data Company, Pratiche, Overlex, Teleinformazioni, Visura.it, Visurnet. Per avere un’idea della tipologia di documenti che puoi trovare in Camera di Commercio, clicca quì.
Siti degli ordini professionali: tocca a te smazzarteli (ma se vuoi, programmiamo spider web automatici per estrarre info in maniera mirata e strutturata).
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.
Chi di noi, al pub, non parla agli amici del business dei sogni? Eppure ami inventare mille scuse su perchè non l’hai creato o non c’hai nemmeno provato.
Quali sono le ragioni di questa epidemia da “vorrei fare l’imprenditore ma non posso”, che ti impedisce di avviare quel progetto a latere di cui parli sempre davanti a una birra?
La verità è che per approntare le fondamenta di un business di successo, dovrebbe bastarti un weekend.
Non fraintendermi, non ho nulla contro i prodotti rivoluzionari che richiedono mesi di progettazione e messa a punto. Sto solo suggerendo di sperimentare in un weekend con l’essenza del prodotto che hai in mente, piuttosto di sprecare da subito molte settimane… solo per scoprire che nessuno lo vuole.
Perchè non provi con me?
Step 1: Fatti venire un’idea (profittevole)
Stai solo cercando qualcosa su cui pensi che la gente sia disposta a spendere. Quindi, siediti e scrivi una lista di idee che possano farti guadagnare. Se non ti viene in mente niente, usa questi metodi per sveltire la ricerca:
Passa in rassegna i migliori venditori su Amazon. Trova prodotti che hanno già clienti e fatti ispirare. Ad esempio, non dovrebbe essere una sorpresa che il cofanetto di Ritorno al futuro sia il N. 1 in classifica Film e TV (da 10 giorni in top 100), perchè l'anniversario cadeva giusto venerdì della settimana scorsa. Non ti viene in mente un gadget per cavalcare l'entusiasmo dei fan? Sbrigati!
Pensa a quello che fai ogni giorno. Se fai qualcosa più di una volta, beh, c'è il potenziale per inventare un prodotto o servizio che migliora come lo fai. Per me è stato lo specchio da appendere in doccia. Mi risparmia un sacco di tempo quando faccio la barba, non capisco come facevo senza.
Ricordati dei prodotti che usi e di cui ti lamenti spesso. Non riesci a fare di meglio?
Esplora tutto il catalogo di eBay. Ti permette di vedere come vende bene certa merce. È anche un modo facile per misurare i prezzi di vendita degli articoli e sondare la percentuale di mercato che sta ricevendo più offerte (cioè con forte domanda).
Esamina le richieste più frequenti su Subito.it. In Italia, l'angolo Lavori saltuari non è ancora così sviluppato come oltreoceano i gig di Craiglist, ma li troverai. Sono sostanzialmente bacheche con persone che cercano qualcuno a cui dare soldi in cambio di servizi. Cerca per parole chiave (es. marketing, computer, salute) e segnati il numero di risultati visualizzati. Valuta le parole chiave più popolari (leggi i miei prossimi post per imparare a trovarle) e vedi se con queste richieste riesci a farci un prodotto o un servizio.
Step 2: Trova tanti clienti
Ora che hai l’idea, è tempo di scoprire se ci sono compratori potenziali a sufficienza. Ti assicurerai anche che il tuo mercato non sia in contrazione, anzi.
In questo step, io uso Google Trends e Facebook ads. Sono strumenti validissimi, che mi aiutano a valutare il potenziale di crescita del mio mercato target.
Per esempio, supponiamo che hai deciso di vendere un qualcosa per consumatori che mangiano in maniera responsabile. Ecco come verificherei se ci sono abbastanza clienti:
1. Cerca su Google Trends il termine “vegano” insieme ad altre parole affini (es. alimentazione, biologico, vegetariano) per confrontarli:
Sembra che dal 2011 le parole “vegetariano” e “vegano” abbiano incrementato considerevolmente i volumi di ricerca. Inoltre, ieri, l'OMS ha dichiarato le carni rosse cancerogenee: è un'altra porta che si spalanca.
2. Segmenta l'interesse per i quattro termini in base alla regione di provenienza delle ricerche (può essere utile per cominciare il business local). Clicca quì per vedere il report completo del grafico sopra.
3. Guarda il numero di persone "disponibili" su Facebook. Ad esempio, fingo di creare un'inserzione per i gruppi suggeriti di "veganismo, essere vegetariani, cucina vegetariana, pianeta vegano, diete vegane, crudismo vegano":
3 milioni di persone. Niente male davvero!
Le visualizzazioni giornaliere, stimate da Facebook se impostassi un budget di 10€ al giorno, sono 2900-7500.
Se non credi ai 3 milioni su Facebook, scaricati il rapporto Eurispes 2014: nel Belpaese si contano 4.2 milioni di vegetariani contro i 3.7 milioni della rilevazione precedente, con un aumento del 15% in un anno. Ma le associazioni stimano cifre più elevate, con un ampio margine non rilevato: 7 milioni, di cui 700 mila vegani. Convinto?
Non dimenticare anche che puoi evitare Facebook come canale commerciale: accertati se, usando un’analogia :), c’è un grosso animale a cui attaccarsi come parassita.
Ai loro inizi, Paypal l’ha fatto con le aste dei privati su eBay e AirBnb l’ha fatto con gli annunci immobiliari che venivano pubblicati su Craigslist. Se riesci a trovare un sito con un gran numero di clienti potenziali, sei a cavallo!
Quello che ha aiutato il mio boss quando mi ha assunto per creare Spediamo.it, è stato studiare i suoi concorrenti più brillanti; specialmente, spedireweb.it. Spedireweb non condivideva il suo fatturato vendite pubblicamente, ma con un utilissimo strumento online (se vuoi sapere quale, contattami) riesci ad avere una stima del traffico mensile, e con qualche moltiplicatore non è difficile sapere qual è il giro d’affari.
Comunque, puoi dare sfoggio del tuo acume per gli affari scrutando la lista di CrunchBase (USA) o di SiamoSoci (Italia) per trovare quale business vuoi replicare. Per esempio, potresti analizzare cortilia, scopriere che hanno un mercato fiorente e profittevole, e poi decidere di creare un servizio simile per segmenti verticali alternativi.
A me piace creare un foglio excel nella cloud di Google con i numeri chiave dei business dei miei concorrenti. Sotto, c’è un esempio di come poteva andare a Spedireweb nel 2011. [Avviso per i certosini: forse è inaccurato ma uso questi numeri solo per avere un’idea del potenziale del business.]
Step 3: Stima il valore del tuo cliente
Una volta che hai l’idea e un mucchio di clienti potenziali, calcolane il valore. Per il nostro esempio, ci serve stimare quanto vale per noi un consumatore di dieta vegetariana o vegana. Ci aiuta a determinare la probabilità che ci comprino davvero il prodotto, e ci aiuta ad attribuirne anche il prezzo. Ecco come farlo:
1. Scopri quant'è il costo base: è 0€ (si diventa vegetariani o vegani per scelta, ad un certo punto della vita)
2. Scopri quanto costa ogni anno (es. costi ricorrenti). Per l'ISTAT, la spesa media mensile familiare per alimentari e bevande è di circa 460€, ipotizziamo 268€ a testa (70€ per settimana, ci può stare); presumo che un vegetariano o vegano paghi almeno 100€ a settimana, con un differenziale di 30*4=120€ a mese (lo so, è una stima grossolana, ma è per avere un'idea). Stiamo su 1440€ all'anno di differenza.
3. Scopri l'aspettativa di vita del prodotto, che in questo caso è data da quanto i nostri consumatori rimmarrano fedeli alla loro dieta. Ipotizziamo 30 anni (tutti hanno diritto a cambiare idea). È il numero di volte che dovranno pagare i costi ricorrenti.
Quindi, il costo totale medio per essere un vegetariano o vegano (rispetto agli altri) è:
[0€ + (1440€*30)] = 43.200€
Dannazione… mi farei un sacco di viaggi con quei soldi.
Ad ogni modo, questa gente si è già impegnata a spendere un sacco di soldi in più per le loro preferenze alimentari. Dopo avere speso ogni mese una media supplementare di 120€ per il loro cibo, non sembra irragionevole spendere 20€ su un libretto informativo che li aiuti a districarsi fra siti e liste fornitori per risparmiare denaro o appronfondire il consumo consapevole, ecc. Ovviamente, il prodotto non deve costare 20€ ma almeno ora abbiamo una prospettiva per decidere più tardi il prezzo.
Adesso, abbiamo bisogno di utilizzare la formula TAM (alias Total Available Market formula), che ci aiuta a stimare il potenziale della tua idea:
(Numero di clienti disponibili) x (Valore di ciascun cliente) = TAM
Se il TAM > 1.000.000€, allora puoi cominciare il tuo business :)
Inseriamo dei numeri per vedere la TAM del nostro prodotto:
(3.000.000 clienti disponibili) x (20€ prodotto) = 60.000.000 €
Abbiamo proprio un vincente!
Ok, ovviamente non raggiungerai il 100% di penetrazione del mercato, ma considera questo:
1. Il target potenziale su Facebook è sbalorditivo, sembra che ci siano già tutti! Italians love social.
2. Se pensi comunque che il dato social sia gonfiato, dài un’occhio alle 2800 ricerche giornaliere su Google solo per “Vegano”:
Forse i 3.000.000 di interessati al mondo vegetariano e vegano su Facebook non sono minimamente intenzionati a comprare nulla, ma di certo ogni mese ci sono 2.800 * 30 = 84.000 ricerche in cerca di “Vegano”, che si può tentare di veicolare verso il tuo prodotto.
3. È solo per un prodotto. È molto più facile vendere ad un cliente esistente che acquisirne nuovi, così una volta che ho fidelizzato una base decente di clienti, posso realizzare anche più prodotti da vendergli.
Riguardando tutte le metriche, sembra che abbiamo in mano proprio un’idea promettente. Possiamo andare allo step finale!
Step 4: Convalida la tua idea
Finora, hai verificato che la tua idea ha un grande potenziale. Ti senti su di giri, non è vero? Beh, è tempo di provare se la gente spenderà davvero soldi per il tuo prodotto. In altre parole, è vero anche commercialmente?
Questo step è fondamentale. In teoria molte tue idee ti sembreranno geniali, ma non saprai mai se funzioneranno finchè non metterai alla prova la volontà di pagare da parte del tuo mercato target.
Il mio boss era convinto che il modello di Spediamo avrebbe funzionato solo basandosi sull’istinto, e ha scommesso tutto su quella sensazione. Ma, come regola generale, meglio non essere convinti al 100% che la gente voglia comprare i tuoi servizi per partito preso.
Potresti convalidare il tuo modello, trovando un prodotto garantito che puoi vendere al posto del tuo.
Per esempio, essendo un lettore assiduo di Reddit (USA), volevo scovare un marchingegno tech per rendere il cibo più gustoso al palato vegano e pubblicizzarlo su un mio sito. Gli essicatori sono già in giro da due o tre anni, mentre ora si parla tanto di soylent, un beverone prodotto a impatto zero che promette di fornirti tutte le vitaminefibre e calorie che ti servono in un formato economico, semplice da preparare e al 100% vegano. Si tratta di un’alternativa al libretto che avevo in mente inizialmente, ma sembra comunque perfetto per eseguire il nostro test.
A questo punto, puoi inviare una e-mail al fondatore di Soylent, Rob Rhinehart, e dirgli che vuoi portargli clienti paganti dall’Europa e che lo pagherai per ciascuno. Lui riderà perchè al momento spedisce solo in USA e Canada, e non credo abbia intenzione di regalare la licenza commerciale. Allora fattene comprare 100 dosi da un tuo aggancio negli Stati Uniti e fattele spedire 🙂 Pronti, via!
Prima di iniziare la campagna pubblicitaria, imposto un goal di convalida personale per 100 vendite, che mi incoraggeranno a continuare oppure a capire cosa c’è di sbagliato con il mio modello. Decido “100” dopo aver pensato al valore del mio tempo in denaro. Se un commerciale può chiudere una trattativa in 2 ore (trovare il lead, concordare un incontro, firmare), vuole un ritorno di almeno 300€ per quelle 2 ore di lavoro. Il calcolo dà 100 vendite (3€ di commissione per vendita, svendendosi).
Vuoi sapere quanto venderò alla fine della campagna? Iscriviti alla newsletter con il pulsante in basso a destra. Nelle prossime settimane, pubblicherò i risultati. Se sono buoni, ci sono le basi per produrre da me il beverone, insieme ad un nutrizionista e un food scientist (e il via libera dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare). Se sono cattivi, avrò sprecato un week-end.
Ho deciso di condividere questa storia, perchè illustra un punto importante: hai bisogno di fare piccole scommesse calcolate sulle tue idee se vuoi convalidarle. La convalida è assolutamente essenziale per risparmiare tempo e denaro, perchè ti permetterà di provare quante più idee possibili hai in testa.
Eccoti un paio di metodi per convalidare velocemente se il pubblico comprerà il tuo prodotto:
Porta traffico ad una pagina di vendita. Hai bisogno solo di impostare una pagina web usando Unbounce o WordPress, pubblicare poche inserzioni su Google e/o Facebook e raccogliere gli indirizzi email di chi ti contatta. Valuta criticamente il tuo tasso di conversione per click: non stai cercando persone che comprano, ma stai semplicemente sondando l'interesse e raccogliendo dati.
[Nota: Con Facebook Ads, 10€ ti procurano più o meno 5000 persone che vedranno la tua pubblicità, solo una piccolissima percentuale di loro visiteranno il tuo sito e ancor meno ti lasceranno un indirizzo e-mail, per cui cerca di essere convincente!]
Invia una e-mail a 10 persone che pensi vorrebbero il tuo pseudo-prodotto, e chiedigli di pagare via PayPal. Sembra azzardato, ma lo stai facendo per vedere che tipo di risposta innesca. Se alcuni di loro pagano, fico: hai la convalida e puoi realizzare il prodotto (o puoi rimborsare i tuoi amici!). Se non "abboccano", scopri perchè non vogliono il tuo prodotto. Mi ripeto, l'obiettivo è convalidare il tuo prodotto, non fregare i tuoi amici :)
Ovviamente, ci sono altre tecniche per convalidare la tua idea, ma io ho trovato che questi due metodi sono incredibilmente efficaci. Se fanno quello che devono fare, non scervellarti a trovare soluzioni più raffinate.
Ricordati: uccidi quell’attitudine da “vorrei fare l’imprenditore ma non posso”
Ce l’abbiamo fatta! Hai in mano ufficialmente un’idea da 1.000.000€ e sai di certo che la gente accorrerrà. Cosa aspetti?
Ricorda, puoi cominciare le fondamenta per il tuo business senza realizzare nulla.
Tutto quello di cui hai bisogno è un weekend.
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.
Oggi voglio metterti in guardia dalle sedicenti agenzie di web marketing.
Sei un imprenditore, uno startupper o un libero professionista e vuoi cimentarti nel business online. È probabile che tu abbia imparato sulla tua pelle che un sito senza visibilità sul web semplicemente non esiste.
Di solito, ci metto qualche mese ma alla fine vado sempre in prima pagina (per keyword con centinaia click). Se vuoi sapere come faccio, continua a seguire ogni settimana le mie lezioni sulla SEO.
Oggi però voglio spiegarti un’altra cosa.
Se pensi che per migliorare la tua visibilità sul web (visite organiche, referral o AdWords e Facebook Ads low-cost con alto CTR) sia sufficiente rivolgersi velocemente ad un’agenzia web marketing anzichè una tradizionale agenzia web, stai molto attento a come cerchi. Provo a fare quello che faresti tu e scrivo “agenzia web marketing” su Google (è una frase cercata 480 volte al giorno). Nelle prime posizioni trovo un’agenzia che mi fa una buona impressione e decido di contattarli… per pura coincidenza, il socio dell’agenzia è un mio conoscente, l’avevo perso di vista ma sapevo che facevano siti web e non web marketing.
Domanda: se un’agenzia è in prima pagina per “agenzia web marketing”, significa che oltre ai siti sa fare anche web marketing?
Risposta: NO.
Infatti, leggo un po’ il loro portale e scopro che sanno sì fare siti web ma solo quello, zero ottimizzazione per i motori di ricerca (però magari sono bravi a farti comprare per anni AdWords a manetta…).
Come faccio ad averne la prova?
C’è una strada (fra le altre):
l’home page dell’agenzia è ben scritta ma parla di web marketing in termini molto generici. Allora dò un’occhiata alla lista dei loro backlink, cioè i link in entrata da altri siti che fanno menzione specificatamente dell’agenzia, e che Google considera di brutto nei suoi algoritmi perchè il ranking dipende infatti dalla stima che ti sei guadagnato in rete.
Torniamo ai backlink. Sono 65600, una marea vero? Però provengono da soli 80 altri domini, già molti ma molti di meno. Ora, non sto ad elencarti la lista di questi siti, me li sono smazzati tutti io per te, uno alla volta.
Quello che viene fuori è che di 80, 46 sono siti creati proprio da loro, mentre gli altri sono link di semplici immagini o file messi a disposizione di terzi, servizi interni o alias, menzioni di collaboratori freelance sparsi per l’Italia, link rotti 404. Insomma, hai capito.
Solo che al posto della frase c’è in realtà codice html che suona più o meno così:
<p>Powered by <a href="http://www.xxxxxxxxx.it" target="_blank" alt="Agenzia Web Marketing" title="Agenzia Web Marketing">xxxxxxxxx</a></p>
<a href="http://www.xxxxxxxxx.it" target="_blank" alt="Agenzia Web Marketing" title="Agenzia Web Marketing"><img src="images/agenzia-web-marketing.png" height="60" width="61" alt="Agenzia Web Marketing" title="Agenzia Web Marketing"></a>
Hai capito adesso?
Scusa per gli xxxxxxxxx ma non volevo sputtanare un conoscente 🙂
L’agenzia web inserisce nel sito di ogni cliente un link a sè stesso (e non paga nemmeno!)
Non solo, ma aggiunge anche negli attributi alt e title (molto importanti!) una specie di descrizione: “Agenzia Web Marketing“. Tutto legittimo per carità, ma se orienti alt e title verso quel tema, è ovvio che dopo un po’ Google penserà che tu sia un drago in quel tema e ti posizionerà nei primi posti per quelle keyword.
Invece bravo non sei, sai fare solo siti. Ma sei furbo, ti attribuisci da solo quel che non sai fare e ti apri così un nuovo orizzonte di business online che sembra molto promettente dal punto di vista dei soldi…
P.S. Se vuoi imparare un sistema simile a quello dell’agenzia da “regalare” a siti e blogger, che ti consentiranno di aumentare di molto la tua visibilità web, iscriviti alla newsletter. Nelle prossime settimane, sveleremo come fare.
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.
Segretariaincloud offre servizi online di assistenza a privati ed aziende. Si chiama Assistenza Virtuale.
Praticamente l’Assistente Virtuale lavora in remoto, a distanza da dove stai tu o la tua ditta, e sta facendo quello che può fare da te proprio adesso, rispondere al telefono, alle email, redigere documenti, presentazioni, ecc, però può farlo da lontano, ovunque ci sia una connessione Internet.
Se sei un imprenditore che lavora online, usi già sicuramente una serie di strumenti (gmail, social network, zendesk, mailchimp) e piattaforme (wordpress, prestashop, magento, joomla), per cui per poterle gestire tutte contemporaneamente potresti avere bisogno del supporto di un Assistente Virtuale.
La figura di Assistente Virtuale (in stile americano, per intenderci) non coincide con quella che immaginiamo in Italia, dove forse pensi ad una segretaria che risponde al telefono e prende note di chiamata o appuntamenti in agenda. Il vero Assistente Virtuale è anche un professionista che conosce il web a 360° gradi ed è in grado di dare supporto ad altri professionisti e aziende che vogliono essere presenti nel web ma non sanno come.
L’assistenza virtuale è quindi legata a doppio filo alla gestione del business online. La tendenza nell’Assistenza Virtuale è infatti il Web Marketing.
Il nostro obiettivo è aiutarti a creare, lanciare e mantenere un’attività online, che ti consenta di monetizzare e lavorare in maniera indipendente. Se invece hai un’azienda nel mondo “reale”, il nostro obiettivo è aiutarti a gestirla in maniera efficiente e liberarti il più possibile dallo stress, delegando a noi tutte le attività che ti rubano tempo prezioso (come rispondere alle chiamate).
La crescente domanda di questi ultimi anni in ambito servizi web ha portato ad una naturale evoluzione del business e, personalmente, abbiamo sentito l’esigenza di integrare altri specialisti al team per poter fornire servizi web a 360°: Web Marketing e SEO, Social Media Marketing, ecc.
Che tu sia un professionista, un imprenditore, un coach, uno scrittore o un web marketer, per avere meno stress e più focus nelle attività che fanno crescere il tuo business, devi imparare a delegare i task operativi time-consuming:
lavorare con i fornitori per sincronizzare il catalogo;
fare customer care al telefono o via email o ticket;
contattare i nuovi lead a partire da liste comprate o realizzate con spider web;
scrivere newsletter o aggiornare il blog per fidelizzare il tuo pubblico e ingraziarsi i motori di ricerca;
mantenere o incrementare la visibilità web del tuo business con SEM, SEO e campagne Pay-Per-Click.
La presenza online è fondamentale. Oggi se non sei su Internet e nei Social Network, non hai visibilità, praticamente non esisti, e le possibilità di successo per il tuo business si riducono notevolmente, perdi tantissime opportunità, soprattutto se i tuoi concorrenti sono già i Re del Web. Significa avere un sito responsive (metà degli accessi arrivano da smartphone e tablet) e farlo conoscere con contenuti ad hoc, magari con un blog (piace a Google!) che aiuta a crearti i contatti per la newsletter. Significa anche profilare i social in cerca del tuo pubblico potenziale. Non pensi che sia meglio delegarlo?
L’Assistente Virtuale è il tuo braccio destro, a cui puoi passare tutte le attività che non hai tempo o voglia o abilità di realizzare. Altre semplici mansioni sono:
se la tua agenda è caotica, o peggio non c’è, l’Assistente Virtuale può occuparsi di crearti e gestirti in maniera efficiente un’agenda online condivisa, in modo che tu non perda mai un appuntamento e non ti stressi cercando quel fogliettino dove avevi scritto l’indirizzo e il giorno in cui devi andare a trovare un nuovo cliente;
se magari ricevi centinaia di email, l’Assistente Virtuale può occuparsi di rispondere, filtrarle e farti arrivare quelle a cui devi rispondere assolutamente e può aiutarti a tenere ordinata la casella di email;
devi preparare una presentazione per una riunione oppure organizzare un viaggio di lavoro o piacere? Ci pensa l’Assistente Virtuale!
Ti stai ancora chiedendo come riuscirci? Te lo spieghiamo noi 🙂
Autore: Il team di Segretariaincloud offre servizi di assistenza per privati, imprenditori, liberi professionisti e startupper. Dalla segretaria telefonica virtuale (90% più conveniente di quella tradizionale perchè abbatti i costi fissi!) che risponde a distanza a tutte le tue chiamate dalle h. 9 alle 19 notificandoti via App sms o email, allo sviluppo del business online con Web Marketing e SEO.
Alcuni nostri clienti ci chiedono come fare per scalare le classifiche dei motori di ricerca (leggi Google).
Ma è un risultato che richiede lavoro. È come la semina del contadino: non puoi pretendere di avere un bel raccolto se non sacrifichi tempo e passione.
Quando creo un sito, faccio tanta ottimizzazione on-page (ma proprio tanta). Dopo l’acquisto del dominio, questo (e solo questo) mi basta per finire in seconda o terza pagina. Ma poi?
Non puoi scalzare i concorrenti più consolidati senza un bel numero di backlink. Ecco perchè una buona attività di link building è un must per qualunque proprietario di business online.
La prima cosa da fare quando si fa link building, prima ancora di farsi venire nuove idee di raccolta, è semplicemente replicare i backlink dei concorrenti.
Durante questa attività, oggi, mi sono imbattuto in qualcuno di veramente tanto (ma tantissimo!) scorretto.
Non posso rivelare chi è, ma il suo sito è terzo per ranking con keyword da 500 ricerche giornaliere.
Il black hat seo del concorrente ha raccolto 254 backlink (soprattutto follow) da 24 domini diversi. La cosa che mi ha insospettito appena ho visto la lista è stato il numero di backlink ottenuti nei soli ultimi 2 mesi, troppi. Quando succede, o c’è molta passione o c’è del fumo…
I referring domain (così si chiamano tecnicamente) sono:
1. 890m.com (schema di link? boh, registrato da anonimo, in home page c’è “Hostinger Network” ma non riesco a parlarci)
2. un sito del concorrente
3. trovaip.it (legittimo)
4. articolista.eu (schema di link? registrazione impossibile)
5. un sito del concorrente
6. un sito del concorrente
7. archivionews.it (schema di link? login impossibile)
8. un sito del concorrente
9. verba-volant.it (schema di link? login impossibile)
10. notiziasprint.it (schema di link? login impossibile)
11. notiziascoop.it (schema di link? login impossibile)
12. scovanotizie.it (schema di link? login impossibile)
13. sfoglianotizie.it (schema di link? login impossibile)
14. lostrillone.eu (schema di link? login impossibile)
15. nonsolonews.eu (schema di link? login impossibile)
16. smokio.eu (schema di link? login impossibile)
17. bachecanotizie.it (non attivo)
18. catturanotizie.it (schema di link? login impossibile)
19. informazionegratis.it (schema di link? login impossibile)
20. notizieonweb.it (schema di link? login impossibile)
21. pensierobandito.it (schema di link? login impossibile)
22. scoprinotizie.it (schema di link? login impossibile)
23. trovazienda.net (schema di link? login impossibile)
24. friuli.co (schema di link? login impossibile, registrato da straniero e sui server del concorrente…)
Vado di tastiera e sembra che 4. 14. e 15. siano stati registrati da anonimo a dominiofaidate.com (ma nelle pagine di privacy compare una srl di Sxxxxx Lxxxxxxx) mentre 7. 9. 10. 11. 12. 13. 16. 18. 19. 20. 21. 22. e 23. sono stati registrati da Sxxxxx Lxxxxxxx (con vecchia srl in bancarotta o nuova srl) o a dominiofaidate.com o misterdomain.eu
Indizio N. 2
Non solo, ma quasi tutti siti sono con title “Article Marketing su circuito WordPress“, è impossibile registrarsi, se ci riesci capisci che la tua email è subito già presente nei restanti siti (circuito unico?), ma è impossibile fare login per contribuire.
Indizio N. 3
Da una ricerca in rete salta fuori che Sxxxxx Lxxxxxxx è o era considerato il più grande spammer per Spamhaus e che i suoi domini sono – coincidenza fortuita – ospitati proprio dai server del concorrente in esame, che fra l’altro fa vende hosting…
Che dite, può bastare?
In questi casi Google incoraggia a fare report di schema di link, voi che fareste?
So solo che ho in odio i backlink fraudolenti e considero i black hat seo alla stragua dei ladri, specie quando si procurano link in questo modo…
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.
L’altra sera ero a cena da una cugina a part-time. La madre ha un negozio sfitto e mi chiede se non sarebbe il caso di farle aprire un bar. Parlo del rischio dei business tradizionali di questi tempi e rilancio con un negozio bio e vegano.
Mi risponde allargando le braccia con l’aria di chi pensa che interessi a pochi. E non ha nemmeno tutti i torti, se pensi offline e local…
Ma per deformazione professionale io penso al business online. Allora chiedo al mio Keyword Planner.
11000 ricerche giornaliere per un business online non sono male, vero?
Poi penso ad un’altra storia: un mio amico la scorsa estate mi ha fatto mangiare torta di api e cavallette fritte, parlandomi degli insetti come alimentazione alternativa.
Non ridere. Già nel 2008 la FAO presentò uno studio in cui si invitavano le popolazioni più povere a considerare gli insetti commestibili una valida alternativa alla carne con valore nutrizionale e proteico equivalente, pratica peraltro condivisa già oggi da 2 miliardi di persone nei paesi africani e orientali. La carne è destinata a diventare un lusso e il suo prezzo diventerà inavvicinabile per molti. Per produrne un solo chilo occorrono in media 13 chili di mangime e 9 di petrolio (allevamento, trasporto, macellazione, lavorazione) oltre a 15mila litri di acqua (abbeverare, produrre il mangime, lavare stalle e mattatoi). Il ciclo delle attività necessarie per produrre un chilo di carne genera inoltre 514 litri di gas metano e 27 chili di CO2 che si disperdono nell’atmosfera.
La futurologa alimentare Morgaine Gaye, dell’università di Wageningen in Olanda, sostiene che occorra superare la barriera del disgusto e pensare agli insetti, presenti al mondo in 1400 specie commestibili, come mini-bestiame da allevare proprio come oggi si fa con mucche, ovini e maiali, ma con costi economici e ambientali ridotti al minimo.
Considerata la progressiva inconciliabilità tra risorse alimentari disponibili e crescita demografica, ci stiamo quindi avviando verso una nuova cultura alimentare orientata al consumo di formiche, cicale, scarafaggi, locuste e vermi?
Il tema ovviamente è finito all’Expo. Più per tastare il terreno in vista di una introduzione graduale degli insetti nell’alimentazione dei popoli occidentali o solamente per fare colore?
Il mio amico ha un grande giardino e sta già allevando qualche cavia ma, dopo l’entusiasmo iniziale, non sembra convinto: dice che un pò la cultura, un pò l’ignoranza (è la stessa cosa?), un pò i costi alti alla produzione, i divieti legali, insomma anche no.
Ma per deformazione professionale… avete indovinato, io penso al business online. Non mi interessa una cippa dell’offerta (vabbè, fino a un certo punto dài) ma solo la domanda. E allora chiedo al mio Keyword Planner:
Meno di una persona al giorno sta cercando. Magari avrò sbagliato le keyword, magari è l’Italia (se consideri l’inglese fa qualche centinaio al giorno), cmq è un segnale.
Qual è la morale di questa storia?
Pensa al business online o a quello offline, pensa a quello che vuoi ma – prima di tuffarti – prendi sempre le misure alla piscina che hai sotto. Rischi di farti male…
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.