Archivio mensile:dicembre 2015

business su netflix

Business e Film di Natale

Visto che è il penultimo giorno del 2015 e sei in ferie (con la scusa, magari, che siamo la tua segretaria virtuale e continuiamo a rispondere al tuo telefono per 10 ore al giorno anche in questi giorni), ti consigliamo qualche lungometraggio da vedere su Netflix. Sono veramente istruttivi e non so se, forse, sia meglio definirli documentari o spaccati sociali o appunti su come fare business:

  1. Print the legend, 2014, 1h39min, registi Luis Lopez e Clay Tweel (la stampa 3D è una nuova dimensione rivoluzionaria, questo premiato documentario originale ritrae la corsa per la leadership nel mercato della nuova evoluzione tecnologica della stampa 3D).
  2. Slingshot, 2014, 1h28min, regia Paul Lazarus (un ritratto intenso del genio eccentrico Dean Kamen illustra la sua ultima invenzione, che potrebbe risolvere i problemi mondiali di approvvigionamento idrico).
  3. The true cost, 2015, 1h32min, regia Andrew Morgan (il documentario esplora i rapporti tra la pressione dei consumatori e l’alta moda a basso costo e le esistenze disperate dei lavoratori che la producono).
  4. Italy: love it or leave it, 2011, 1h44min, registi Gustav Hofer e Luca Ragazzi (due premiati registi gay partono per un viaggio on the road in Italia, per decidere se abbandonare o meno una nazione sempre più intollerante).

Mentre il quarto è una storia a cui siamo tristemente abituati, i primi 3, invece, hanno una valanga di lezioni da insegnare a chiunque voglia cimentarsi in un’idea di business e fondare una startup. Ci troverai molte informazioni utili su cosa significa core product (o core service) e qual è la difficolta di sviluppare i canali di filiera per approvvigionarsi dai fornitori o fare marketing alla ricerca continua di clienti consumer o rivenditori. L’audio è in inglese ma ci sono i sottotitoli in italiano. Ne vale la pena. Buon anno 🙂

 

segretaria virtualeAutore: Il team di Segretariaincloud offre servizi di assistenza per privati, imprenditori, liberi professionisti e startupper. Dalla segretaria telefonica virtuale (90% più conveniente di quella tradizionale perchè abbatti i costi fissi!) che risponde a distanza a tutte le tue chiamate dalle h. 9 alle 19 notificandoti via App sms o email, allo sviluppo del business online con Web Marketing e SEO.

 

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Lead Generation

In questo video, l’amico Andrea Tonacchera spiega in uno stile un po’ vecchio il concetto nuovo che, al giorno d’oggi, se vuoi fare lead generation, cioè acquisire nuovi clienti, devi usare la SEO e la SEM per seminare in rete delle buone pagine web, che come alberi crescano (quasi) da soli fino ad avere grandi fronde, per attirare “naturalmente” sotto la loro ombra viandanti (leggi clienti) accecati dal sole (leggi offerte estemporanee) e interessatissimi all'”offerta permanente“.

Chi ha orecchi per intendere intenda…

P.S. In realtà, il suo metodo parla quasi di cicli automatizzati di direct email marketing. Secondo me sbaglia (o almeno, è una delle tante cose che devi fare in ogni caso, come sottocaso della SEM), comunque prendi l’incipit del suo video come oro colato e sostituisci tutto quello che segue con SEO e SEM.

 

authorAutore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.

La reperibilità fuori orario fa male alla salute

Cortisolo alle stelle. L’abitudine a restare disponibili per colleghi e clienti anche oltre l’orario di lavoro aumenta lo stress mentale e fisico. Lo dimostra sul “Journal of Occupational Health Psychology” Jan Dettmers, dell’università di Amburgo. Dettmers ha seguito 130 dipendenti di aziende in settori spazianti dai trasporti all’informatica, confrontando come stavano nei giorni di stacco totale dal lavoro e in quelli in cui invece restavano reperibili per urgenze dei clienti o per problemi tecnici. Al termine delle giornate di reperibilità i lavoratori, anche se non erano stati chiamati da nessuno, sono risultati in media più stanchi e tesi, con livelli più alti di un ormone dello stress, il cortisolo. “Sembra che la sola possibilità di essere disturbati e la sensazione di non poter controllare il proprio tempo libero bastino a minare i benefici del riposo”, conclude Dettmers.

Volgarizzando al massimo il discorso sull’ormone dello stress, ieri mi sono imbattuto nel post Facebook di un mio conoscente:

reperibilità

Capisci ora cosa vuol dire trovarsi costretti ad essere sempre reperibili? Fatti aiutare, fai rispondere al tuo assistente virtuale 🙂

 

segretaria virtualeAutore: Il team di Segretariaincloud offre servizi di assistenza per privati, imprenditori, liberi professionisti e startupper. Dalla segretaria telefonica virtuale (90% più conveniente di quella tradizionale perchè abbatti i costi fissi!) che risponde a distanza a tutte le tue chiamate dalle h. 9 alle 19 notificandoti via App sms o email, allo sviluppo del business online con tutte le tecniche del Web Marketing moderno (SEO, search marketing, campagne banner, pay per click, social media marketing, spider web e direct email marketing).

Si fa presto a dire startup

Alcune riflessioni di questa settimana, riprendendo le parole di Nicola Mattina su Facebook e Alessandro Longo sull’Espresso.

L’idea che passa in Italia è che sei hai un’idea puoi fare una startup. Per quali motivi?

  • Il carro innovazione tira e le grandi aziende sono salite (Telecom nel 2009 con Working Capital, poi Wind, banche, Enel, ecc.)
  • L’Unione Europea finanzia l’innovazione e questo favorisce il proliferare delle iniziative pubbliche (è tutto in mano ai burocrati delle regioni).
  • Incauti investitori hanno copiato i modelli di Y Combinator, Techstars o 500 Startups, organizzando hackathon, startup weekend e programmi di accelerazione (salvo scoprire che in Italia non c’è exit perché non ci sono compratori, e senza mercato delle acquisizioni aziendali, manca un pezzo del modello di business degli acceleratori).
  • Le università si sono lanciate a creare incubatori, ma ce ne sono due senza un rosso in bilancio?
  • Blogger e giornalisti hanno scritto storie fantasiose il cui incipit invariabilmente è: un ragazzo italiano ha appena fondato la startup che fa paura a Zuckerberg (ti ricordi la bufola di Egomnia?). I giornalisti italiani che se ne intendono veramente si contano sulle dita e sono cauti, ma a chi importa?

È ora di archiviare questa narrativa, perché non si tratta di idee e startup, ma di prodotti e imprese. Fare un prodotto e costruirci attorno un’impresa è una cosa dura e difficile che richiede anni di dedizione e sacrifici. Molto poco di questo ha a che fare con quello che ti raccontano in Italia sull’argomento.

Vuoi numeri?

Per ora, le startup bruciano 68 milioni l’anno.

Non ci credi?

Eppure, è quello che dice Infocamere, che in settembre ha censito 4.704 nuove aziende caratterizzate da un’attività tecnologicamente innovativa. Sono aumentate di 456 unità rispetto a Giugno e danno lavoro a 22 mila persone, di cui 4.891 dipendenti. Le perdite operative, però, sommano a 68 milioni l’anno, per cui è presto per parlare di loro contributo alla crescita… Leggi anche cosa dice l’ottimo Alessandro Palmisano: il 50% delle startup non arriva a 25mila euro di ricavi, cioè non copre quasi le spese di ufficio, utenze (luce, adsl, tel) e commercialista, l’altra metà fattura quanto un piccolo negozio di alimentari in provincia.

Secondo te, perchè falliscono le startup?

Di sicuro, non seguono i consigli di Paul Graham (cofondatore di YCombinator).

P.S.

Nonostante i progressi negli investimenti (per i ritorni ci sarà tempo), l’Italia è comunque in ritardo: nel 2015 gli investimenti in startup saranno di 133 milioni, secondo gli osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano; in Spagna sono il doppio, dieci volte di più in Germania e Francia. “Le startup sembrano ancora non integrate nel nostro tessuto industriale” dice Antonio Ghezzi, del Politecnico, “ma vediamo i primi promettenti esempi di collaborazione con aziende consolidate. Infatti vanno meglio quelle che fanno leva sul made in Italy”.

 

authorAutore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.