Leggo stamane Il primo rapporto sull’impatto delle tecnologie digitali sul made in Italy e mi salta all’occhio subito un’incongruenza:
- L’intro di Riccardo Luna e Massimo Banzi di Arduino non parla tanto di stampanti 3D, robot e sensori in catena di montaggio (tema e misure del rapporto) quanto della nuova cultura digitale da abbracciare fatta di open-source, crowdsourcing, big data e analitycs.
- PERÒ i grafici del rapporto inseriscono solo 4 tecnologie: stampa 3D e 3D scanning, robotica, macchine a controllo numerico (CNC), laser e altri sistemi di taglio supportati dal computer. Di nuovo effettivamente c’è solo la stampante 3D 😦
Ora, faccio finta di dimenticarmi che il rapporto è dedicato all’industria manifatturiera (2.6M di addetti) e non agli altri settori (14M), che ha come campione il 10% delle imprese, e come le sue metriche sono distribuite per settore (sistema moda, legno e mobilio, gomma e plastica, metallurgia e prodotti in metallo, macchine e mezzi di trasporto, altro), tipologia di Made in Italy (di consumo e tecnologico), fatturato, area geografica e fornitore.
Faccio solo qualche osservazione di aggregato:
- Solo il 18.6% delle imprese non usa nessuna delle quattro tecnologie. Mi sembra incoraggiante 🙂
- Si parla praticamente zero di internet delle cose 😦
- Se di nuovo c’è solo la stampante 3D, solo il 30% delle imprese che la usa dice che l’adozione ha prodotto un impatto significativo, quasi la metà dichiara un impatto limitato 😦
- Se nell’intro Riccardo Luna vuol comunicare che all’hardware ora manca il software di creativi e coder italiani, bisogna purtroppo ricordare proprio i sondaggi del rapporto:
Riccardo, tu dici che Maker e Fab Lab daranno la scossa all’industria italiana, e vorrei tanto crederti, ma l’interesse dov’è? 😦
Anche il PDF di Fondazione NordEst finisce per dire che le potenzialità dei Fab Lab sono ancora da esplorare e da sviluppare nella loro relazione con le imprese manifatturiere. Cmq se valore aggiunto, ROS (reddittività delel vendite) e ROI (reddittività operativa) sono più alti nel tessuto manifatturiero Made in Italy che innova con tecnologie digitali (solo il 3% in più?), speriamo che arrivino anche le 39k assunzioni all’anno previste. Con 8k comuni in Italia, non sembrano molte… Che ne pensate voi?
P.S. A chi invece interessava cmq i dati singoli: il 25.8% delle imprese usa stampa 3D o 3D scanning (gioielli, dentale), il 36.7% usa la robotica (metallurgia, macchine e mezzi di trasporto), il 67.7% usa le macchine a controllo numerico (legno e mobilio, metallurgia), il 48.3% usa il laser (macchine e mezzi di trasporto, altro).
Autore: Johnny T. è sviluppatore full-stack, seo, copywriter e specialista in marketing web. In aggiunta a creare interfacce user-friendly come spediamo.it e smartfix.it ed a lanciare progetti come la segretaria virtuale, Johnny si diverte a leggere libri eccezionali e a pensare di avere ancora del tempo libero. Contattalo su LinkedIn.