TELELAVORO, SMART WORKING e WORKING FROM HOME sono 3 diverse modalità lavorative che si discostano da quella tradizionale per diversi aspetti.
Ma, nello specifico, in cosa consistono?
Il principio di esistenza di questi 3 approcci al lavoro è la flessibilità.
Promuovono il lavoro da remoto ma mantengono inalterate le peculiarità del lavoro subordinato, come l’uso sistematico di strumenti informatici e telematici, l’assenza di una postazione lavorativa interna all’azienda e quindi il conseguente svolgimento del lavoro al di fuori delle mura aziendali.
A livello retributivo, chi svolge una di queste attività ha diritto allo stesso trattamento dei lavoratori stanziali; inoltre ha diritto alla formazione, alla tutela sindacale, ai premi di produzione e al salario accessorio.
Gli strumenti tecnologici che il lavoratore utilizza vengono, solitamente, forniti dal datore di lavoro, ma qui entra in gioco la flessibilità, perché ci sono casi in cui il contratto di lavoro prevede che il lavoratore utilizzi strumenti e tecnologie proprie.
Particolarmente delicato è il tema della protezione e non divulgazione dei dati in uso ed elaborati dal lavoratore, il quale ha l’obbligo di custodirli e preservarli.
Il datore di lavoro deve assicurare ai lavoratori di queste categorie speciali la stessa garanzia di salute e sicurezza sul lavoro dei lavoratori stanziali.
Ciò che caratterizza telelavoro, smart working e working from home è che permettono di conciliare ed incastrare vita privata e lavoro, senza penalizzare l’uno o l’altro. Per questo viene scelto soprattutto dalle donne.
Gli orari sono, quindi, flessibili, nuovi equilibri organizzativi vengono instaurati, aumenta la produttività del 30-40% e diminuisce drasticamente il verificarsi del fenomeno di assenteismo del 60%.
Altro aspetto di forte rilievo presente in tutto queste 3 modalità lavorative è l’abbattimento dei costi derivanti dagli spostamenti casa-ufficio.
Il TELELAVORO è stato introdotto nel nostro ordinamento con la legge 16 giugno 1998 n.191, ovvero la cosiddetta Bassanini ter.
Ne esistono diversi tipi, individuati in base al luogo in cui si svolge la prestazione lavorativa.
- Il telelavoro domiciliare, altresì detto home based tele work o working from home, dove il lavoratore opera presso il suo domicilio e comunica con l’azienda tramite strumenti elettronici, dove il computer può essere connesso alla rete aziendale.
- Il telelavoro dal centro satellite, in cui l’attività viene svolta in una filiale creata appositamente dall’azienda, dove i dipendenti possono collegarsi telematicamente con la casa madre.
- Telelavoro mobile o mobile telework, che si contraddistingue per svolgersi prevalentemente all’aperto, per mezzo di un pc portatile, un cellulare, etc.
- Telelavoro da tele centri, dove il lavoro viene svolto in appositi centri, creati per lo scopo da consorzi di aziende o strutture aziendali affiliate.
- Remotizzazione, in cui il telelavoro è svolto da più persone che si trovano in luoghi diversi, ma che sono collegate tra loro.
- Sistema diffuso d’azienda ovvero l’azienda virtuale, vale a dire esistente a livello di rete.
Il telelavoro, considerato in senso ampio nelle sue diverse versioni, è senza dubbio una rivoluzione per il mondo del lavoro.
Naturalmente, non è possibile applicarlo a tutti gli ambiti, dove la compresenza è condizione indispensabile per lo svolgersi dell’attività, ma garantisce una migliore qualità della vita, nonché una maggiore e qualitativamente superiore produttività.
Autore: Sara Guidi Colombi fa la copywriter. Ha lavorato nelle agenzie di pubblicità di Milano, ha però scoperto anche una propensione verso l’area commerciale e si impegna a dettagliare il servizio della segretaria virtuale ai molti professionisti (avvocati, medici, artigiani, ecc.) che preferiscono focalizzarsi sul lavoro, incaricando noi di prendere le chiamate in modo “scientifico“.